All’estremo lembo dell’America del Sud, fra Cile e Argentina, si trova la Patagonia, meta agognata da esploratori e dai più grandi viaggiatori di ogni tempo. L’unico modo per scoprire davvero questa zona remota è attraversarla via terra, percorrendo le mitiche Ruta 40 e Carretera Austral, che la tagliano come nastri d’asfalto e di polvere: questo percorso diventa l’essenza stessa del viaggio, un’occasione unica per attraversare distese senza fine, fare soste inattese, per cercare un rapporto più ravvicinato con la realtà locale e per osservare luoghi altrimenti non raggiungibili. E mentre vi spostate, fuori dal finestrino, come in un film, scorrono le immagini di una natura primordiale, magnificente e, a tratti, sorprendente, che mette l’uomo di fronte alla sua piccolezza.
Il viaggio di Kel 12 parte inevitabilmente dall’elegante Buenos Aires, dove il viaggiatore viene sedotto dalle atmosfere vagamente europee dei viottoli acciottolati e dai caffè vecchio stile dei quartieri del centro e dai colori vivaci del quartiere del Caminito. Si lascia presto la città per tuffarsi nella natura dell’estremo sud del paese e la prima tappa è la pinguinera di Punta Tombo, nei pressi di Trelew, il rifugio, nei mesi che vanno da settembre ad aprile, di oltre un milione di pinguini magellano; poco distante la Penisola Valdes, posta sotto la tutela dell’Unesco per preservare un ecosistema unico al mondo: qui infatti la pianura arida che si insinua nell’Oceano Atlantico, con le sue coste frastagliate a picco sul mare, è il luogo scelto da molte specie di uccelli e da una gigantesca colonia di leoni marini per svernare e riprodursi; poco lontano numerosi esemplari di balene solcano le acque durante i mesi che vanno da luglio a dicembre: anche per loro è arrivato il momento di dare alla luce i piccoli.
Si fa rotta verso il Cile, passando attraverso il Parco Nazionale Los Alerces, un parco naturale di oltre 263.000 ettari, nato per salvaguardare l’alerce, una varietà di conifera d’alto fusto che può vivere anche fino a 3.000 anni: qui si apre uno scenario straordinario, di boschi verdissimi, attraversati da fiumi e punteggiato da piccoli laghi, e, sullo sfondo, la cornice aguzza delle Ande.
Riprendendo la Carretera Austral si costeggiano i fiordi scoscesi del Parco Nazionale Queulat, un paesaggio intagliato e modellato dall’acqua: tra fiumi impetuosi, foreste verdissime e alte vette vulcaniche, si trova lo spettacolare Ventisquero Colgante, il “ghiacciaio appeso”, un’enorme massa di ghiaccio dai riflessi azzurri incastrato fra le pareti rocciose a precipizio su un lago.
È ora di imboccare la mitica Ruta 40, la strada che, come una spina dorsale, attraversa l’Argentina da nord a sud, fino al finis terrae, e raggiungere così la Cueva de las Manos Pintadas, unanimemente considerata la Cappella Sistina dell’arte preistorica in America Latina: centinaia di impronte di mani in negativo, riprodotte in moltissimi colori, si sovrappongono le une alle altre e si alternano a scene di caccia, a gruppi di guanachi e a rappresentazioni della figura umana.
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