Dal 14 novembre, a sei mesi dall’inaugurazione, il percorso espositivo della mostra “Il Capriccio e la Ragione. Eleganze del Settecento europeo” si rinnova con una nuova esposizione di oggetti. Gli abiti provenienti dal Museo della moda e del costume delle Gallerie degli Uffizi e i tessuti del Museo Studio del Tessuto della Fondazione A. Ratti di Como verranno sostituiti da altrettanti splendidi esemplari. Si tratta, infatti, di una rotazione finalizzata al mantenimento del buono stato di conservazione dei tessili, considerata la lunga apertura al pubblico della mostra (fino al 29 aprile 2018).
Per quanto riguarda l’abbigliamento femminile una nuova robe à la française e una nuova robe en chemise andranno a sostituire i modelli attualmente esposti. Il primo è uno splendido esempio del costume settecentesco per eccellenza, la robe à la française, foggia che si diffuse dopo il 1715 e che, dalla seconda metà del secolo, s’impose come abito ufficiale delle corti europee. Un abito “architettonicamente” strutturato, a partire dalla circonferenza complessiva di oltre tre metri ottenuta grazie a sotto gonna rigidi chiamati paniers. Questo abito è stato sopposto ad un laborioso intervento di restauro, curato dal Museo del Tessuto stesso tramite il consorzio Tela di Penelope, con azioni di pulitura, rimozioni di interventi pregressi non più idonei, consolidamento di lacune e messa in forma per l’esposizione. Il secondo, invece, testimonia un cambiamento radicale del gusto orientato dalla passione per l’antichità che si afferma con il Neoclassicismo: un semplice abito a camicia subentra alle imponenti strutture della robe à la française simbolo dell’Ancien Régime e adegua l’immagine femminile a quella di una musa leggiadra. Anche i completi maschili saranno sostituiti da una marsina di manifattura italiana della fine del Settecento – simbolo per eccellenza dell’abbigliamento formale – e da una redingote che al contrario documenta l’avvento di una nuova foggia più portabile e disinvolta che orienta il guardaroba maschile verso uno stile più casual. I tessuti operati, in seta e preziosi filati metallici d’oro e d’argento della Fondazione Antonio Ratti di Como, saranno sostituiti da altrettanto magnifici esemplari testimoni dell’evoluzione dello stile: dall’eccentrico Bizarre, al naturalistico Revel, al lezioso Dentelles fino ad arrivare ai rigati di fine secolo. Completa l’operazione la sostituzione di alcuni dipinti provenienti dalla Galleria Pratesi di Firenze, con soggetti di genere che offrono uno spaccato sulla vita e le occasioni sociali della borghesia e della nobiltà del tempo.
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