Parlare di alpaca significa, anche, tentare di raccontare in breve la storia di un animale che risale a circa 5000 anni fa, discendente della famiglia dei camelidi e “cugino” del lama, abituato a vivere ad una altitudine compresa fra i 3500 e i 5000 metri sugli altipiani andini del Perù meridionale.
Gli alpaca erano già apprezzati dagli Inca, che li definivano, appunto, “l’oro delle Ande”. Troppo piccoli come animali da lavoro o per essere cavalcati, venivano allevati principalmente per la loro lana – straordinariamente calda e soffice – ma anche per i sacrifici e per la carne. La loro lana era considerata la “fibra degli dei” e sono stati ritrovati moltissimi tessuti risalenti a tale epoca ma solo l’Imperatore, la sua famiglia e i membri più importanti della corte potevano indossare capi realizzati con questa pregiata fibra.
Ancora oggi, la lana di alpaca è sinonimo di lusso ed eleganza, è molto pregiata e costituisce il prodotto artigianale più conosciuto del Perù (non a caso la lavorazione artigianale dei tessuti è tutelata, in Perù, dall’UNESCO come bene immateriale di interesse universale) e il pueblo di Chinchero, nel Valle Sagrado, è il centro più importante per la produzione artigianale di tessuti.
Alpaca, fibra degli dei.
La lana di Alpaca è rinomata per essere estremamente morbida, setosa e resistente. È elastica e non infiammabile e ha proprietà termiche uniche che permettono di trattenere in calore a basse temperature. Nelle sue caratteristiche, troviamo una vasta gamma di colori naturali che vanno dal bianco puro al fulvo alla gamma del marrone, al grigio al nero e gli sfumati; in totale sono 24 i colori finora riconosciuti dalle industrie tessili. Ogni alpaca femmina produce circa 2.5 Kg, mentre i maschi possono arrivare a circa 4 Kg di lana all’anno. La lana del “Cria”, il piccolo di alpaca, è quella più pregiata per la brillantezza e per la leggerezza, la lana non contiene lanolina, non infeltrisce e non dà allergie.
Il futuro dell’alpaca: le cooperative di alpaqueros in Perù.
Pacomarca è una fattoria sperimentale di proprietà della Inca Tops SAA, una grande azienda esportatrice peruviana che cura la raccolta e la prima lavorazione della fibra di alpaca, dove è in atto il più avanzato programma a livello internazionale di allevamento sostenibile, volto al miglioramento genetico dell’alpaca attraverso processi di selezione e trasferimento di embrione, con l’obiettivo di aumentare il tasso di riproduzione, attualmente molto basso ,e migliorarne quindi la qualità.
Il Mallkini Ranch, nella provincia di Azángaro (Puno), di proprietà del Michell Group, è la più grande proprietà privata in Perù di Alpaquero che opera dal 1995 con lo scopo di migliorare la qualità della fibra di alpaca attraverso l’insegnamento delle moderne tecniche di allevamento e la formazione alle comunità locali per migliorare la loro condizione di vita, oltre a promuovere l’ecoturismo nel dipartimento di Puno.
Ad Arequipa, si trova Mundo Alpaca, sempre di proprietà del Michell Group, complesso eco-turistico dove si realizza la più pregiata alpaca peruviana. Chi ha la fortuna di visitarlo può ammirare la maestria delle lavoratrici che, a mano, scelgono l’alpaca migliore, e quella degli esperti tessitori che provengono dalle comunità campestri di Cusco.
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