Palazzo Martinengo a Brescia ospita fino al prossimo 12 giugno una mostra dal titolo “Lo splendore di Venezia. Canaletto, Bellotto, Guardi e i vedutisti dell’Ottocento”, che celebra la città italiana che più di ogni altra è stata, ed è ancora oggi, un mito intramontabile nell’immaginario collettivo. Oltre cento capolavori di Canaletto, Bellotto, Guardi e dei più importanti vedutisti del XVIII e XIX secolo, provenienti da collezioni pubbliche e private, italiane e internazionali sono esposti tutti insieme per la prima volta nella città lombarda. Un percorso, un’analisi profonda del filone iconografico passato alla storia col nome di “Vedutismo” che non si esaurisce con l’esperienza di Francesco Guardi, ma prosegue anche lungo i decenni del XIX secolo. Le vedute ideate dai pittori, popolate da macchiette in costumi d’epoca e dai personaggi della Commedia dell’Arte, diventano spesso cornici alle famose feste veneziane del Redentore, della Regata Storica, della Sensa e del Carnevale animato dalle tradizionali maschere. Il percorso espositivo, ordinato cronologicamente, prende avvio con le suggestioni dell’olandese Gaspar Van Wittel e da quelle del friulano Luca Carlevarijs, padri nobili del vedutismo veneziano che aprirono la strada allo straordinario talento di Canaletto, cui sarà dedicata la seconda sezione. Qui, le sue vedute dialogano con quelle del padre Bernardo Canal, del nipote Bernardo Bellotto e del misterioso Lyon Master, artista attivo nella bottega di Canaletto sul finire del quarto decennio del XVIII secolo. A seguire, i lavori dei maggiori vedutisti attivi nel secondo e terzo quarto del Settecento: Michele Marieschi, Antonio Joli, Apollonio Domenichini e Antonio Stom e lo svedese Johan Richter. La seducente bellezza della Venezia di Canaletto diventa un luogo “fantastico” nelle opere che Francesco Guardi realizzò nella seconda metà del XVIII secolo. La lunga parabola artistica del maestro, testimoniata in rassegna attraverso alcuni capolavori della produzione matura, si condensa nell’espressione pittorica di una città quasi fantomatica, vista in dissolvenza tra bagliori luminosi che preludono alla pittura moderna. Il friulano Giuseppe Bernardino Bison, interpretando in maniera originale secondo i canoni estetici della nuova sensibilità romantica la tradizione del Grand Siècle – di Canaletto e di Guardi in primis – assunse il ruolo di traghettatore del vedutismo dal XVIII al XIX secolo. La figura di Bison, di cui sono presentati diversi lavori inediti, è messa a confronto con quella di altri importanti artisti della prima metà dell’Ottocento quali Vincenzo Chilone, Giovanni Migliara, Giuseppe Borsato, Francesco Moja e Giuseppe Canella che, inventando inedite angolature, atmosfere e contesti, rinnovarono l’immagine della Serenissima attualizzandola e arricchendola di dettagli che esprimono lo spirito del loro tempo. Nell’ultima sezione, dopo due sale dedicate rispettivamente ai membri della famiglia Grubacs e a Ippolito Caffi, si incontrano dipinti realizzati nella seconda metà del XIX secolo da Luigi Querena, Francesco Zanin, Guglielmo Ciardi, Pietro Fragiacomo e altri ancora che perpetuarono il fascino intramontabile di Venezia fino ai confini dell’epoca moderna. È presente anche una rarissima Venezia di grandi dimensioni del maestro bresciano Angelo Inganni, firmata e datata 1839, che immortala Piazza San Marco animata da spigliate macchiette in costumi d’epoca. Nella sezione Venezia riflessa nel rame, si trova una serie di incisioni di Canaletto, Marieschi e Visentini, specialisti della tecnica dell’acquaforte che, grazie all’ampia tiratura delle stampa, ha contribuito a diffondere l’immagine della Serenissima in tutta Europa. Chiude la mostra Venezia teatro della vita, sezione dedicata a dipinti con scene di vita quotidiana ambientati in campi e campielli, tra le calli e i canali della città. All’interno del percorso espositivo, il pubblico può ammirare una raffinata selezione di vetri di Murano creata dall’artista Maria Grazia Rosin, tra cui l’installazione Gelatine Lux esposta alla 53^ Biennale d’Arte di Venezia. Venezia ha eterne atmosfere, riflessi dorati della Basilica di San Marco, il sole sull’acqua che inonda Palazzo Ducale, gioiello di architettura bizantina e tante, tantissime altre unicità. Sono le immagini della Venezia che appare sulle tele di Canaletto, Bellotto e Guardi. Le stesse spettacolari vedute che i viaggiatori di tutti i tempi vogliono possedere per continuare a rivivere la loro “personale” Venezia carica di emozioni.
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