Ubicata al piano nobile della reggia medicea, accanto agli appartamenti riservati alle granduchesse di Toscana, la Cappella delle Reliquie svolse, per oltre centotrenta anni, il ruolo di scrigno di una delle più vaste e ricche collezioni di reliquiari e oggetti devozionali d’Europa, paragonabile per fasto a quella dei sovrani di Spagna all’Escorial. Questo straordinario patrimonio, formato da quasi mille oggetti di inestimabile valore fu disperso a iniziare dal 1785. A decretarne la dispersione fu in parte proprio il suo splendore: l’oro, l’argento, le pietre preziose e gli altri materiali di pregio di cui erano costituite molte delle custodie dei sacri resti furono destinati a incrementare le casse del Granducato dai Lorena, divenuti i nuovi signori della Toscana dopo la morte di Gian Gastone de’ Medici, ultimo granduca della casata fiorentina.
La mostra è il risultato di un attento studio scientifico che ha presupposto uno ricerca accurata nelle carte d’archivio ed ha consentito la ricostruzione di questo importante tesoro sacro, con oltre cento opere nuovamente riunite per la prima volta dopo più di due secoli. In particolare, la lettura delle minuziose descrizioni riportate negli inventari sei e settecenteschi della Cappella delle Reliquie e il loro confronto con i dati riportati nelle schede dei reliquiari stilate da una parte dall’ Ufficio Catalogo ministeriale e dall’altra dalla Conferenza Episcopale Italiana hanno consentito l’identificazione di un consistente nucleo di quei reliquiari che furono distribuiti a diversi luoghi di culto della diocesi fiorentina.
Nella maggior parte dei casi si tratta di opere di oreficeria di grande interesse, la cui illustre provenienza dalla reggia medicea era stata completamente dimenticata; alcuni di essi erano stati presentati alla mostra dedicata a Firenze sacra del 1933, ma senza il riferimento alla loro origine medicea e nella maggior parte dei casi senza l’immagine nel piccolo catalogo che l’accompagnava. Rinvenuti, grazie all’aiuto dell’Arcidiocesi fiorentina, in armadi di sagrestia di varie parrocchie del territorio fiorentino, i manufatti usciti dalle botteghe granducali si presentavano in condizioni conservative che non ne avrebbero consentito l’esposizione. Il restauro di tutti quanti questi oggetti, affidato alle mani di alcuni tra i più valenti operatori nel settore, oltre a restituire a questo patrimonio qualità conservativa, ha rivelato importanti novità.
Le quattro sezioni previste dal percorso espositivo sono dedicate ai protagonisti di questo particolare ambito del collezionismo mediceo, quegli esponenti della Casata che più degli altri contribuirono all’incremento del tesoro della Cappella delle Reliquie, a partire da Cristina di Lorena, nipote della regina di Francia Caterina e dal 1589 moglie di Ferdinando I, affiancata dall’arciduchessa Maria Maddalena d’Austria, moglie di Cosimo II de’ Medici e vera fondatrice della Cappella delle Reliquie. Le successive sezioni hanno per protagonisti Vittoria della Rovere, moglie di Ferdinando II de’ Medici e suo figlio, il granduca Cosimo III de’ Medici. Quest’ultimo, in particolare, si dedicò all’incessante ricerca di reliquie, privilegiando quelle appartenute a personaggi che provenivano da regioni remote. Si ricorda in particolare l’osso del femore di San Casimiro, patrono della Polonia e della Lituania per la quale diede in segno di ringraziamento al vescovo di Vilnius un dente ed alcuni capelli di Maria Maddalena de’ Pazzi.
La mostra, a cura di Maria Sframeli e Riccardo Gennaioli, come il catalogo edito da Sillabe, è promossa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo con la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana, la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze, il Museo degli Argenti e l’Arcidiocesi di Firenze, con Firenze Musei e l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze.
(in foto: Botteghe Granducali ”Ex voto di Cosimo II”, 1617-1624, rilievo in mosaico)
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