“Russia on the road (1920-1990)” è la mostra in programma al Palazzo delle Esposizioni di Roma fino al prossimo 15 dicembre 2015 e riunisce dipinti provenienti dall’Istituto dell’Arte Realista Russa di Mosca e da altri musei del Paese. Il rapporto tra l’uomo e la tecnologia è un tema centrale della mostra: da un lato gli artisti più fedeli agli scopi propagandistici, dall’altro quelli che rielaborano in chiave intimistica, il nuovo mondo sovietico, la nuova Russia, seguendola dai suoi albori fino al tramonto dell’Unione Sovietica. La mostra romana tornerà “a casa” il prossimo anno, a Mosca, dove sarà possibile visitarla dal 22 gennaio al 22 maggio 2016.
Presenti al palazzo delle Esposizioni circa sessanta dipinti, capolavori assoluti dell’arte russa del Novecento come “La nuova Mosca” di Jurij Pimenov, “Metro” di Aleksandr Labas, “In aria” di Aleksandr Dejneka, “In viaggio” di Georgij Nisskij esposti insieme a un vasto repertorio di immagini e iconografie che ritraggono il paese e il suo popolo nel secolo delle grandi trasformazioni tecnologiche.
La rassegna Russia on the Road prende in esame quasi un secolo di storia dell’arte russa, in gran parte coincidente con l’esperienza sovietica: un’epoca in cui si tentò di trasformare le utopie in realtà e la realtà in mito. Un percorso che ci guida dalla tradizione ottocentesca attraverso percorsi dell’arte novecentesca, dalle prime avanguardie fino alla contemporaneità, individuando nella “figurazione” una delle costanti dell’espressività artistica russa.
Attraverso un approccio tematico, la mostra racconta l’improvviso protagonismo del popolo russo verso i nuovi mezzi di trasporto. Simbolo del progresso e di un inedito dominio dell’uomo sulla enorme vastità del continente russo, macchine e macchinari fecero breccia anche nell’immaginario degli artisti. Aeroplani, treni, navi, automobili ma anche autostrade, ferrovie, porti, stazioni della metropolitana, divennero soggetti interessanti e “nobili” quanto la figura umana o il paesaggio naturale. Opere fortemente ideologiche e propagandistiche ma anche lavori più intimi e poetici rimasti a lungo nascosti dietro l’impenetrabile “cortina di ferro” della vecchia Unione Sovietica.
Oltre a presentare al pubblico alcuni celebri capolavori di Aleksandr Deineka, Juri Pimenov, Aleksandr Samokhvalov, Georgj Nisskij, corrispondenti al periodo più noto della storia artistica sovietica (dagli anni Venti agli anni Cinquanta), la mostra permette di ammirare opere sorprendenti ma meno conosciute degli anni dai Sessanta ai Novanta, in cui entrano in gioco corrispondenze con le contemporanee correnti culturali europee, come il Neorealismo italiano o la Nouvelle vague francese.
Non fatevi “spaventare” dal titolo della mostra: Russia stavolta è sinonimo di vitalità, colore e fascino di un tempo andato, che non c’è più, ma che ha svolto un ruolo importante (da qualsiasi punto di vista lo si voglia vedere) in questo secolo per molti di noi. Una mostra consigliata anche a un giovane che voglia visivamente capire cosa fosse il novecento per buona parte del popolo russo.
[in foto: Georgij Nisskij (1903-1987) In viaggio, 1958-1964 Olio su tela. 141×156 cm Istituto dell’Arte Realista Russa]
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