Il giovane artista contemporaneo Mario Carlo Iusi esporrà in una collettiva Domenica 12 Ottobre al “Circolo degli artisti”, locale sito nella capitale. Orientato in una dimensione non figurativa, il suo stile è debitore di grandi maestri come Jackson Pollock, di cui riprende il gesto rituale, il segno vibrante; Vasilij Kandinskij di cui ne rifiuta la geometria ma ne abbraccia l’Astrattismo lirico e Yves Klein di cui fa propria la prerogativa di dare tridimensionalità alla tela monocroma, attraverso l’utilizzo e lo sgocciolamento della cera. Sono riuscito ad intervistarlo in anteprima e ad avere una ricca anticipiazione sulle opere che esporrà.
Com’ è nata la tua passione per la pittura?
“ Fin da quando ero bambino mi piaceva disegnare, dipingere con gli acquerelli, colori a cera: le solite passioni che hai quando sei piccolo! Riuscivo a creare un mondo intero dalla mia mente che mi rendesse felice.”
Questo mondo di cui mi parla è ben evidente nei suoi dipinti, tutti animati dalla volontà di scavare la tela, di inciderla alla ricerca di qualcosa che non si vede ma c’è. E’ come se Mario compisse un viaggio attraverso ogni pennellata, rappresentando non le immagini ma le sensazioni che affollano la sua vita interiore. Guardare una sua tela, equivale a sbirciare in profondità.
Attraverso quali esperienze culturali e sociali hai maturato il tuo stile?
“ All’età di tredici anni ho iniziato a realizzare graffiti sui muri seguendo un ragazzo molto più grande di me, lui di anni ne aveva trenta! Mi fecero anche una multa! (ride) E’ stata una strana esperienza, attraverso la quale ho potuto comprendere le sensazioni, le emozioni e le motivazioni per cui una persona adulta dipinge sui muri. Ma come ho detto, la passione per tutto questo “mondo” c’è da quando sono bambino.”
A tal proposito è da sottolineare l’utilizzo di vernice spray in molte sue opere, una scelta che probabilmente è debitrice dell’esperienza sopra riportata e che crea nuove possibilità e combinazioni cromatico-espressive nella ricerca artistica di Iusi.
Quella di Domenica sarà la tua undicesima esposizione, tra personali e collettive precedenti. Cosa si prova a poter mostrare il proprio lavoro sulla piazza romana? E’ la prima volta che ti esibisci su questo palcoscenico?
“ No, è la seconda. Mi sono già esibito a Roma per l’iniziativa “Kiabi Colora la vita” , dove ho realizzato quattro opere dal vivo.
Le impressioni sono molto strane: sicuramente a differenza di altri contesti in provincia (dove sino ad ora ho mostrato le mie opere), qui ci saranno molte più persone e di conseguenza molte più critiche, sia positive che negative.”
Al “Circolo degli artisti” Iusi presenterà sette tele, tra cui un’opera inedita, seguendo un preciso disegno mentale ed una disposizione collettiva vicina alla teologia ed alla trascendenza umana. Il suo intento è di disporre le opere su più livelli consequenziali e crescenti, creando una gerarchia del pensiero umano, che si muove in senso ascensionale dall’uomo, al suo pensiero e allo stato confusionale, a Dio. Il tutto condotto secondo un linguaggio non figurativo e privo di riferimenti precisi
Da segnalare poi la presenza di un trittico, composto da 3 quadretti da 35x25cm l’uno, di realizzazione più recente, che propone un astrattismo non più lirico realizzato con acrilici e spatola come nei lavori precedenti ma un astrattismo geometrico disegnato con stilografica e mano ferma. Proprio questo è il fulcro della sua esposizione, tanto da configurarsi nella mente dell’artista come una trinità artistica pagana.
Dalla tua prima mostra al Palazzo dei Conti Gentili di Alatri a quest’ultima, cosa è cambiato in te e nel tuo stile?
“ Posso dire che sono cambiate due cose da quella prima esposizione: in primis è cambiato qualcosa in me. Ho iniziato molte esperienze in passato, senza mai portarle a termine; con la pittura invece è la prima volta che credo in me e vado avanti senza sosta. Prendo la forza di dipingere dall’atto stesso del dipingere, ogni lavoro che realizzo mi spinge a crearne un altro.
Inoltre sono cambiati alcuni tratti del mio stile e della mia produzione pittorica, sia a livello di materiali utilizzati sia a livello istintuale e creativo: accanto all’utilizzo di olii ed acrilici, ho aggiunto il disegno con stilografica creando composizioni di cui sono molto soddisfatto. La conseguenza di questo “passaggio alla penna” è stata quella di aver in parte abbandonato l’istintività e l’irrazionalità che dominava le tele realizzate in acrilico, a vantaggio di un gesto più ragionato e meditativo: trovare ordine nel caos. “
Cosa pensi abbia in serbo il futuro per te, o cosa tu hai in serbo per lui?
“Sicuramente continuerò la mia opera di sperimentazione continua, alla ricerca di un mio stile oppure rimanendo come sono ora, ovvero eclettico, cercando però una continua maturazione mentale ed artistica.
Intendo riprendere i lavori che ho realizzato con la cera e creare addirittura qualcosa con il cemento…magari rivisiterò anche capolavori della storia dell’arte: un Accordo Rosso, anziché blu di Yves Klein! Inoltre vorrei continuare alcune sperimentazioni in digitale, che ho iniziato a scoprire ed utilizzare da poco.
Il mio più grande obiettivo/sogno sarebbe quello di approdare al MAXXI di Roma: un obiettivo lontanissimo, ma preferisco non pormi limiti, neanche mentali; in sette mesi e a soli 18 anni ho fatto molto, chissà…! “
I guadagni delle opere vendute sono interamente investiti in altro materiale per dipingere e per contribuire al bilancio familiare. Un esempio di giovane artista italiano che ha saputo precocemente trovare una strada portando avanti la sua personale ricerca artistica e riuscendo a farsi apprezzare fin da subito, con un buon riscontro di critica e pubblico, non solo outsiders del mondo dell’arte ma pure addetti ai lavori.
“Nei miei quadri c’è sempre il verde, che rappresenta la speranza.”
Mario Carlo Iusi
(foto di Andrea Aversa )
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