La galleria AplusA inaugura il nuovo anno con Gullivers, la personale di Aleksander Velišček, a cura di Aurora Fonda, in mostra dal 21 febbraio al 26 aprile 2015.
L’esposizione presenta una selezione dei lavori più recenti del giovane artista sloveno, ovvero sette quadri che raffigurano, in maniera non convenzionale, diverse personalità tra cui intellettuali, scrittori, giornalisti e politici come per esempio la giornalista Anna Stepanovna Politkovskaja, Edward Snowden e Bradley Manning.
Come il Gulliver di Swift, la figura umana, dipinta dall’artista sloveno, appare intrappolata, non da corde, ma da strutture organiche e da giunture metalliche simili a supporti ortopedici. Il titolo polisemico della personale di Velišček non rievoca soltanto il noto protagonista del romanzo di Jonathan Swift, la parola gulliver viene infatti utilizzata con il significato di “testa” anche dai personaggi del romanzo A Clockwork Orange, dello scrittore Anthony Burgess.
Gulliver è un lemma della terminologia “Nasdat” inventata dallo scrittore per il romanzo del 1962, e poi riproposto nel celebre adattamento cinematografico di Stanley Kubrik.
Il linguaggio “Nasdat” deriva dalla fusione di termini della lingua inglese e russa, i due idiomi che rappresentano le principali forze politiche di quell’epoca: così, la violenza gratuita che pervade il romanzo e il film è contestualizzata da un lessico capace di rilevarne le cause politiche-sociali, proprio come succede nella ricerca e nella pittura di Velišček.
Aleksander Velišček, nato a Šempeter pri Gorici nel 1982 è attivo tra Venezia e Gorizia. L’artista appartiene alla generazione che ha vissuto in prima persona le trasformazioni sociologiche, economiche e ideologiche della Jugoslavia e di una giovane Slovenia. Al centro della sua arte si colloca la figura umana, il ritratto e la fisicità del corpo, il suo gesto e le sue proporzioni, una ricerca che si manifesta sin dai tempi dell’Accademia di belle Arti di Venezia e dell’atelier alla fondazione Bevilacqua la Masa.
È un pittore dalle tematiche forti, con modalità che ricordano un espressionismo materico che carica di reale fisicità i visi e i corpi dei suoi personaggi. Attraverso un processo di stratificazione del colore, la superficie pittorica si trasforma in scultura, tra lo sfondo nero e il vetro della spessa cornice. Tra i gullivers ritratti dall’artista anche Joseph Beuys e Papa Giovanni Paolo II, i filosofi Noam Chomsky e Dario Fusaro.
Nel novembre del 2014 l’artista ha partecipato alla mostra Shit and Die curata da Maurizio Cattelan, Myriam Ben Salah e Marta Papini, presso Palazzo Cavour a Torino, in cui è invitato – insieme a Thomas Braida, Valerio Nicolai ed Emiliano Troco – a ritrarre ironicamente alcune celebrità cittadine come Umberto Tozzi e Marco Travaglio.
[in foto: Aleksander Velišček, Anna Stepanovna Politkovskaja , 98x123cm, mixed media,2014]
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