È tempo di pomodori!

Il mese di agosto è quello ideale per parlare di questo ortaggio tanto amato in Italia, pur essendo nativo dell’America Centrale.
Tra le varietà più diffuse vi sono il cuore di bue (da insalata), il tondo liscio (adatto per insalata e per la cottura al forno), la palla di fuoco (fra le più apprezzate sia dai professionisti che dagli orticoltori privati). Ed ancora i pomodori da salsa o da pelati, ideali in questo momento, come i tipo San Marzano, Ventura, Roma, lampadina, Napoli. Ci sono poi i pomodori da succhi e concentrati, come il potomech o il tondino, e quelli da serbo, dal frutto piccolo e a grappolo, molto diffusi in Meridione. Infine non dimentichiamo i sardi, pugliesi e calabresi da essiccare.

Per concludere, ci sono i cinque tipi di pomodori difesi dai Presìdi Slow Food, tutti eccellenti. Gli Antichi pomodori di Napoli: il San Marzano, a causa di alcune malattie, è stato sostituito con ibridi commerciali più produttivi, ma con caratteristiche organolettiche inferiori. I Presìdi difendono il vero San Marzano, ottenuto dai semi originali. Un prodotto da salsa senza rivali.
Sempre in Campania, poi, vi sono ipomodorini del piennolo del Vesuvio, quelli da serbo “col pizzo”, detti anche spongilli o piénnoli per l’abitudine di appenderli alle pareti. In Puglia abbiamo ilpomodorino di Torre Guaceto– dolce, succoso, serbevole, la base della passata per tutte le famiglie della zona – e il pomodoro regina di Torre Cannenell’alto Salento, anche questo da serbo e con la particolarità di associare la sua coltivazione a quella del cotone. Infine, rarissimo ilpomodoro siccagno della valle del Bilìci in Sicilia, salvato da un solo produttore e che cresce senza bisogno d’irrigazione.

Fonte: Slow Food

*La rubrica GOURMET è a cura di Lovetaly.it, il portale alla ricerca del buon cibo, alla portata di tutti.

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