Il paese delle montagne di cioccolato

Oltre 7.000 isole che ospitano uno dei patrimoni naturali più ricchi per biodiversità ed endemismo sull’intero pianeta; decine di etnie diverse che hanno conservato, nonostante secoli di colonizzazione spagnola, identità e tradizioni millenarie; più di 170 le lingue parlate nel Paese, per un territorio che si divide fra grandi città, popolose e caotiche, e migliaia di ettari di foresta pluviale fitta e ricchissima: ecco, in breve, l’identikit delle Filippine, un paese segreto, che comincia soltanto oggi ad aprirsi al turismo. Kel 12 ha preparato per la primavera 2016 due itinerari intensi e ricchi, che conducono il viaggiatore alla scoperta di un universo lontano ed esotico.

La porta del paese, la cosmopolita Manila, è la città con la più alta densità abitativa al mondo e, essendo stata tappa imprescindibile per mercanti provenienti dai paesi arabi, dall’India e dalla Cina, colonia per gli spagnoli ed infine soggetta a 50 anni di occupazione da parte degli americani, offre una varietà di monumenti, architetture e abitudini ampia e inattesa.  E il resto del paese non è da meno: Vigan, città ispanica dichiarata Patrimonio dell’Umanità Unesco, conserva architetture meticcie, frutto di un incontro tra lo stile coloniale e quello orientale, e antichissime fornaci, di origine cinese, per la lavorazione e la cottura della ceramica; Sagada, un remoto villaggio dove vivono i Benguet che, sulle pendici delle montagna, coltivano diverse varietà di riso e numerosi tipi di radici: anticamente queste popolazioni praticavano una sepoltura rituale conosciuta come lgorots, di cui rimangono ampie tracce, che prevedeva la realizzazione delle hanging coffin, le bare in pino appese con delle funi alle pendici delle montagne; Banaue e Betad, dove si trovano le più estese e impervie risaie di tutto il sud est asiatico, considerate dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità; Tagatay, dove si trova il Taal, il più piccolo vulcano attivo del mondo; El Nido, sull’isola di Palawan, un vero paradiso naturale, fatto di spiagge solitarie, lagune blu, una fitta foresta che ricopre le colline e dà riparo a centinaia di tipi di uccelli e di piccoli mammiferi. In breve, un felice mix di culture, di ambiente naturale incontaminato e di tradizioni provenienti dai diversi angoli del mondo.

Ma nelle Filippine ci sono angoli ancora più inesplorati, ancora lontani dai flussi del turismo di massa, come la provincia Kalinga, dove vive Whang Od, la più vecchia tatuatrice tradizionale kalinga del Paese – si dice abbia 92, forse 95 anni -, l’ultima donna a portare avanti una pratica millenaria di comunicazione attraverso i disegni incisi sul corpo: con spine e fuliggine Whang Od disegna sulla pelle degli abitanti di  Buscalan da oltre settant’anni e, forse, dopo di lei, nessun altro sarà in grado di raccogliere un’eredità così importante; incontrare una leggenda vivente, una sorta di sacerdotessa della cultura tradizionale, è un momento intenso ed emozionante. Bohol e Panglao sono invece famosi per l’ambiente naturale, incontaminato e, per certi versi, surreale: sulle due isole si trovano una barriera corallina che offre riparo a centinaia di specie di pesci, colline coperte da risaie a terrazze, foreste dove vive il più antico mammifero che abiti le terre emerse, il tarsio, un piccolo primate dai grandi occhi, e le mitiche colline di cioccolato, una teoria di rilievi perfettamente conici (pare siano più di 1200) alti dai 40 ai 120 metri che, nella stagione secca, assumono la caratteristica colorazione del cibo più buono del mondo.