L’estate 2014 trasformerà le sale del PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano in una scena del crimine “quasi” perfetta, con una collettiva di oltre 40 artisti, italiani e internazionali, che rompendo gli schemi creano un legame tra l’arte e l’estetica del crimine.
Promossa dal Comune di Milano – Cultura e prodotta a Milano dal PAC e da CIVITA, la mostra è curata da Cristina Ricupero e arriva in una nuova versione dopo la prima tappa al Witte de With Center for Contemporary Art di Rotterdam, arricchita di nuove opere di artisti italiani. Come ogni giallo che si rispetti, la storia dell’arte è costellata da enigmi, miti e indovinelli in attesa di essere svelati. Risolvere questi puzzles intellettuali è un piacere comune e una tentazione culturale al cui fascino pochi possono dire di essere davvero immuni.
Sebbene il legame tra arte e crimine possa essere ricondotto a tempi antichi, il primo a teorizzarlo esplicitamente fu Thomas De Quincey nel suo saggio “On Murder Considered As One Of The Fine Arts” (1827). Il Novecento vide poi crescere il ruolo dell’immagine fotografica sia nello sviluppo della criminologia sia nel sensazionalismo tipico dei tabloid, entrambi fenomeni che hanno reso popolare il genere del giallo. Il cinema divenne presto il mezzo perfetto per catturare il fascino discutibile della violenza e trasformarlo in immagini piacevoli. Così, seguendo l’ironico invito di De Quincy ad analizzare il delitto da un punto di vista estetico, la mostra invoca gli spiriti dell’arte visiva, dell’architettura, del cinema, della criminologia e del moderno genere giallo, trasformando le sale del PAC in una scena del crimine “quasi” perfetta. Dietro il crimine c’è il Male. Per questo IL DELITTO QUASI PERFETTO prende necessariamente in esame le relazioni tra Etica ed Estetica. Mettendo in dubbio il ruolo dell’autorialità, il significato dell’autenticità, dell’inganno e della frode, la mostra sfuma i confini della dicotomia tra “buono” e “cattivo” gusto, mettendo al contempo in evidenza la duplicità del “crimine come arte” e dell’”arte come crimine”.
La mostra mette a confronto oltre 40 artisti, italiani e internazionali, che hanno collegato arte ed estetica del crimine, attraverso una selezione di opere spesso provocatorie e l’incursione in diversi linguaggi artistici. Progetti realizzati negli ultimi decenni e lavori più recenti, accanto ad un insieme di oggetti sorprendenti , sono immersi in modo inusuale nell’allestimento, studiato per guidare il visitatore attraverso un percorso tematico che procede per capitoli.
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