Teche preziose Kota e Fang, un Baoulé straordinario, pezzi Bamana e Senufo… Sebbene la fantastica ascesa di Helena Rubinstein, l’imprendritrice di successo del 20°secolo, che fu definita da Cocteau “l’Imperatrice della bellezza”, sia nota a tutti, la sua carriera di collezionista intuitiva e il suo ruolo pionieristico nel riconoscimento delle Arti africane e Oceaniche è probabilmente meno conosciuta. Attraverso sessantacinque opere della sua collezione, il Musée du Quai Branly – Jacques Chirac le rende omaggio e rivela la passione di Madame per le arti non europee. La collezione di Madame, in mostra fino al 28 gugno 2020, creata principalmente a Parigi nel corso dei suoi incontri, e arricchita costantemente grazie al suo occhio acuto, comprende più di 400 pezzi di arte non europea. Nei suoi appartameni di Parigi, New York e Londra, questa collezione straordinaria impera accanto a Chagall, Braque, Brancusi, Modigliani, Picasso e Mirò. La sua collezione ha acquistato fama mondiale grazie alla sua partecipazione alle principali mostre d’arte, tra cui la African Negro Art al Museo delle Arti Moderne nel 1935, e si è dispersa nel 1966 a New York in una serie di vendite straordinarie, che segnarono uno stadio importante nel riconoscimento delle Arti Africane. Ancora oggi il suo nome è associato al periodo dei primi amanti delle arti “lontane”, alcune delle quali erano donne.
Helena Rubinstein fu una pioniera. A quei tempi, il mercato delle arti non europee era solo agli esordi. Frequentando assiduamente i circoli intellettuali, le gallerie d’arte e le aste, Madame aveva accesso ad una vasta gamma di oggetti diversi. Introdotta in questo campo dallo scultore Jacob Epstein, Madame ha collezionato le opere più inaspettate, particolarmente dalla Nigeria, Cameroon, la Repubblica Popolare e la Repubblica democratica del Congo. Madame adorava l’espressività e il potere di queste sculture,che incontravano il suo gusto avanguardista. Il suo focus sugli aspetti figurativi degli oggetti di uso quotidiano (heddle pulleys, porte, sedute, strumenti musicali), e sul trattamento del viso nelle sculture degli artisti africani rientra nella sua costante ricerca della bellezza e di tutte le sue sfaccettature.
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