Alcuni la chiamano Generazione Y. Altri Net Generation. Altri ancora con l’appellativo di Echo Boomers, ma il mondo li conosce come Millennials. Una generazione che copre più di 16 anni, abbracciando tutti coloro nati tra i primi anni Ottanta ed i primi anni del Duemila.
Hanno visto diventare la tecnologia protagonista delle loro vite, crescere la creatura di Steve Jobs, inventato nuovi modi di comunicare – prima con le chat, poi i social network – e condividere musica e pensieri. Hanno assistito a fatti storici e fenomeni socio-culturali che hanno cambiato per sempre il mondo così come eravamo abituati a conoscerlo. Fenomeni che hanno il volto di Sailor Moon, di Harry Potter e Barack Obama. È una generazione multitask, interconnessa, tenace, a tratti schizofrenica ma sempre ottimista, molto diversa dalla generazione arrabbiata e ribelle degli anni ‘60 e ‘70, la cosiddetta X Generation. I Millennials sono una generazione vasta ed eterogenea, che ha fatto della comunicazione il suo cavallo di battaglia. Lo sviluppo dei sistemi di messaggistica istantanea come MSN Messenger prima e Whatsapp poi hanno cambiato radicalmente le relazioni sociali, sempre più immediate, estemporanee e mai programmate. Il tempo della conversazione è dettato dalla sincronia di due o più connessioni. Con Facebook e Twitter, inoltre, si ha accesso a una piazza virtuale dove (quasi) tutto è concesso. Un’agorà senza confini, dove il libero pensiero è l’unica legge, che ogni giorno porta alla creazione di nuovi miti e pubbliche gogne. Quella dei Millennials è una generazione colpita continuamente da input diversi che confondono e costringono ad assumere una visione globale delle cose. Sono uomini e donne che hanno visto diventare il mondo più piccolo in poco tempo, scegliendo come punto di forza le diversità, iperconnesse e condivise ogni momento tramite immagini, tweet e stati. Con il web sempre in tasca, i Millennials sanno cosa vogliono, sanno dove cercarlo e non si perdono mai. Si nutrono di distrazioni e con un click, diventano parte integrante della cultura pop di cui sono figli. Lady Gaga, Michelle Obama e persino Papa Francesco sono “amici” con cui trovare interessi e pensieri in comune, diventando così più vicini che mai. La condivisione è la nuova forma di comunicazione: si possono condividere mezzi di trasporto – dalle automobili alle biciclette, ma anche case, pensieri, esperienze e competenze. Il mondo si rimpicciolisce. In tempo reale è possibile cogliere il pensiero della persona più o meno importante del mondo. Un avvocato di Tokyo, uno studente di Sidney e una casalinga italiana stanno guardando l’ultimo episodio de Il Trono di Spade che in quello stesso momento sta accendendo una famiglia americana nel suo loft di Brooklyn. La vita più vera sembra fatta ormai di pixel, app, server e megabyte.
Grazie a iTunes e Spotify, i negozi di dischi diventano santuari musicali visitati da fan che non rinunciano all’acquisto del cd fisico di un artista di cui conoscono ogni segreto grazie ai social. E poi c’è Amazon, un emporio magico pieno di storie e oggetti che è possibile fare propri con un solo click. Le distanze si accorciano e si dilatano con una velocità sorprendente che confonde la vecchia generazione, costretta ad adattarsi alla doppia spunta blu di un messaggio visualizzato e la emoticon di un dito medio. I Millennials sono abili a vivere il momento, l’immediatezza dell’online. Liberi dal sogno ossessivo del posto fisso, non sono capaci di fare programmi a lungo termine e hanno fatto dell’incertezza una qualità che permette di reinventarsi, di non sentirsi incastrati in dinamiche strette e vincolanti. L’uovo oggi è di gran lunga meglio di una gallina che chissà se ci sarà domani, e per il banchetto è bene non farsi trovare impreparati. Il culto del corpo diventa quasi un dovere morale per i giovani di questa generazione, che mangiano bio e fanno sport. Il consumo è l’unico stile di vita per i Millennials, perché non ne conoscono altri. Sono propensi al consumismo e rappresentano una fetta di mercato particolarmente succulenta per marketing e pubblicità. Sono it-girl e it-boys capaci di sviluppare una vera e propria dipendenza verso nuove forme di comunicazione e intrattenimento, soprattutto se sfruttano contenuti in serie, condite di ironia e che magari coinvolgono le canzoni e le passioni delle loro pop star preferite. Ma c’è qualcosa che rende i Millennilas tanto speciali, e lontani dalla generazione che li ha preceduti. Qualcosa che li rende così attraenti, ma anche instabili e pieni di contraddizioni: è l’empatia. Abituati ad assorbire gli input più disparati e da ogni angolo del mondo, sposati con la normalità delle diversità, i componenti di questa generazione parlano con le emoticon, e con le immagini. Conoscono le tante sfaccettature delle emotività, si riflettono nelle esperienze altrui e hanno bisogno di essere ascoltati. E in un mondo troppo impegnato per farlo, ecco che internet diventa il luogo perfetto per gridare il proprio nome.
Vincenzo Lentini
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