Ogni anno in tutto il mondo si sprecano l’equivalente di 763 miliardi di scatole di pasta, 3.7 trilioni di mele e 75 milioni di mucche (dati FAO). Ogni giorno a Mumbai (India) 4.000 persone chiamate dabbawalas consegnano 160.000 pranzi cucinati in casa da mogli e madri per i lavoratori della città. Ci sono architetti che hanno progettato arnie per la città e artisti che hanno fatto della condivisione del cibo una forma di arte; maestri dell’architettura del Novecento che hanno progettato città ideali dove urbanità e agricoltura si integrano e studi contemporanei che hanno disegnato mercati ortofrutticoli che si trasformano in spazi per eventi.
Ogni giorno le questioni legate al cibo e alla nutrizione hanno un impatto sullo “spazio vitale” delle persone, dall’ambito domestico all’equilibrio del pianeta. Tali questioni vengono affrontate dalla mostra FOOD. Dal cucchiaio al mondo, curata da Pippo Ciorra insieme allo staff curatoriale del MAXXI Architettura e del MAXXI Arte, dal 29 maggio all’8 novembre 2015: un grande progetto realizzato in collaborazione con FAO e WFP (World Food Program), che il MAXXI dedica alla dimensione sociale del cibo nell’anno di EXPO Milano 2015.
FOOD. Dal cucchiaio al mondo racconta visioni, tradizioni ed esperienze diverse alternando progetti architettonici, storie e opere d’arte. Si passa dalla Chashitsu la stanza per la cerimonia giapponese del tè, alle immagini della celebre performance Pig Roast realizzata a New York nel 1971 da Gordon Matta-Clark, dai progetti di Le Corbusier, Frank Lloyd Wright e Ignazio Gardella alla surreale installazione Giant Mushroom di Carsten Holler, dal cibo degli astronauti alla prima cucina moderna progettata nel 1926 a Francoforte e a quella ipercontemporanea dello studio Snohetta per lo chef americano Thomas Keller. E ancora la fattoria del futuro di Van Bergen Kolpa Architecten, il video Alphabet dell’artista Mohamed Allam e una perfomance ad hoc per la mostra del collettivo cinese Yangjiang Group. Più di 50 opere di artisti, architetti, designer, fotografi che accompagnano il pubblico alla scoperta di come produzione, trasporto, stoccaggio, distribuzione, consumo, smaltimento e spreco dei prodotti alimentari siano fattori essenziali nella produzione e nella forma dello spazio.
FOOD. Dal cucchiaio al mondo è organizzata in sei sezioni: si parte dal corpo e – passando per la casa, la strada, la città, il paesaggio – si arriva al mondo, ovvero alle grandi questioni della geopolitica e degli assetti mondiali della produzione/distribuzione del cibo.
La sezione CORPO indaga, gli aspetti rituali, religiosi ed intimi dello spazio legato al cibo. La parte CASA ospita progetti di spazi per la preparazione o la conservazione del cibo che modificano o hanno modificato radicalmente il nostro modo di pensare. In STRADA si indaga il ruolo sociale del cibo, presente nella strada e nella piazza come generatore di vita pubblica. CITTA’ racconta come fin dal settecento gli architetti inseguano l’utopia dell’integrazione perfetta tra città e agricoltura. Nella sezione PAESAGGIO si affrontano paesaggio agricoltura e cibo, una triade onnipresente della discussione sui territori contemporanei. L’ultima parte, MONDO, racconta come il cibo sia, ancor più oggi, un tema essenziale della geopolitica e dell’antropologia globale.
[in altro una foto di Daria Scagliola & Stijn Brakkee]
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