EAT DESIGN è l’ultimo progetto di ricerca curato dagli austriaci Sonja Stummerer e Martin Hablesreiter, di Honey & Bunny, e conclude il ciclo di incontri della seconda edizione de La città che cambia dell’ Eco Bookshop Valcucine Milano.
Il progetto, ideato da Valcucine con Susanna Legrenzi, Stefano Maffei e Barbara Parini, nasce dall’esigenza di indagare le dinamiche di trasformazione della citta, in relazione ai contenuti dei progetti che la coinvolgono. In questa seconda edizione, il tema centrale – nel segno di Expo 2015: Nutrire il pianeta, Energia per la vita – è stato quello del cibo, declinato nei suoi molteplici ambiti espressivi e di ricerca.
In questo quadro, EAT DESIGN si interroga specificatamente sul ruolo del design in relazione all’atto della nutrizione.
A cavallo tra le discipline dell’architettura, del design e dell’arte, Honey & Bunny indagano le forme del rito, le attitudini alimentari, la cornice della convivialita, il patrimonio degli strumenti che accompagnano il nostro quotidiano, il packaging,fino ad arrivare alle posture che assumiamo durante l’atto del consumare cibo.
Sotto la lente dei designer austriaci, il food design non è dunque solo prodotto, ma quell’insieme di azioni e comportamenti che vanno ad arricchire una ricognizione visiva e critica di natura sociologica: “Dimmi come mangi, e ti dirò chi sei”.
“Il Food design – affermano Sonja Stummerer e Martin Hablesreiter – non si limita a rendere il cibo commestibile, immagazzinabile e trasportabile, ma lavora per soddisfare richieste sensoriali, funzionali e culturali, più o meno allo stesso modo della progettazione di un prodotto. I bastoncini di pesce, per esempio, come le scarpe comode, possonoessere fabbricati industrialmente, facilmente impilati, hanno una lunga durata, sono semplici da cucinare, possono essere mangiati con le mani e si adattano esattamente nelle nostre bocche”.
La ricerca di Honey & Bunny coinvolge tutti: dall’industria alimentare, agli argonauti del gusto. Una vera e propria ricerca antropologica, dunque, animera la serata di chiusura de La città che cambia #2, attraverso un viaggio di parole e immagini, al di la della dittatura del palato.
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