Le feste raccontano tanto di una popolazione e della sua identità più profonda: nel modo in cui la gente festeggia e gioisce insieme si può leggere un’intera visione del mondo. Sono migliaia le feste folkloristiche e religiose tradizionali in giro per il mondo: alcune conosciutissime e amate anche dai turisti, altre meno celebri, ma partecipate e sentite dalla popolazione locale. Ad ogni latitudine la festa assume colori e forme diverse, celebra un dio o un avvenimento, usa la musica, il ballo o la preghiera, le maschere e addirittura la trance: feste diverse per popoli diversi, uniti solo dall’inarrestabile voglia di fare festa insieme, per ricordarsi chi si è stati e tramandare la propria identità.
All’ombra degli ottomila, nel cuore dell’Himalaya, in Mustang, si trova il Piccolo Tibet, una terra aspra e antica che ha conservato usanze e riti antichissimi; tra questi il Tiji Festival, un rituale che dura tre giorni, conosciuto anche come “La cacciata dei Demoni”. Secondo il mito su cui è basato il rito, una dea chiamata Dorje Jono deve combattere contro suo padre demone per salvare il regno del Mustang dalla distruzione. Il padre demone provoca la rovina del Mustang causando scarsezza d’acqua, carestia e morte di animali, ma per fortuna Dorje Jono sconfigge il demone e lo allontana dalla terra. Il festival coincide con la fine dell’inverno secco e l’arrivo dell’umida stagione monsonica, il momento dell’anno in cui inizia la primavera e si può cominciare a coltivare. Cosa significa Tiji? “La speranza del Buddha Dharma che prevale in tutti i mondi”!
In Perù si svolge la rievocazione di un’antichissima festa, l’Inti Raymi (in foto), che, in lingua quechua, significa Festa del Sole. Alla sua nascita, circa 1000 anni fa, celebrava il solstizio d’inverno e la potenza del Dio Sole con sacrifici e danze; in seguito alla colonizzazione spagnola e alla conversione della popolazione locale al cristianesimo, questa festa venne proibita, ma continuò ad essere celebrata clandestinamente fino al 1944, quando venne riportata alla luce: da allora, il 24 giugno di ogni anno, migliaia di persone si riuniscono a Sacsayhuamán, nei pressi di Cusco, per assistere all’invocazione del Dio Sole da parte dell’Inca.
Il piccolo regno buddhista incastonato fra le vette himalayane è teatro di tantissimi festival importanti, fra i quali spicca quello di Hemis, che ha luogo presso il monastero più grande del paese e celebra la nascita del Guru Padmasambhava. Nel cortile interno del monastero i monaci si abbandonano a convulse danze rituali, brandendo spade e strumenti simbolici e simulando il combattimento fra spiriti benigni e forze del male: saltano, piroettano, ondeggiano, roteano nell’aria le gonne coloratissime disegnando simbologie con le mani, mentre alcuni musicisti suonano cimbali, trombe, tamburi e gong. All’evento partecipano migliaia di persone provenienti dalle valli vicine, che partecipano con emozione e intenso trasporto.
Il verdissimo Paese del tè è teatro del Kandy Esala Perahera, una grandissima festa buddista che si tiene ogni anno in onore del Sacro Dente del Buddha depositato nel Tempio Sri Dalada Maligawa, all’interno del complesso del Palazzo Reale di Kandy. Secondo la leggenda, alla morte del Buddha, il suo corpo fu cremato su di una pira di legno di sandalo a Kusinara in India, ma il suo dente canino sinistro fu recuperato da Arahat Khema, che lo affidò al re Brahmadatte. La reliquia divenne non soltanto proprietà del re, ma anche simbolo e base di legittimazione del diritto del re di governare la sua terra tanto che vi furono guerre per assicurarsene il possesso. Nel IV secolo, per proteggerlo da eventuali furti, il dente venne segretamente trasportato in Sri Lanka dalla principessa Hemamali: da allora, ogni anno, si tiene il “Perahera”, una gigantesca processione di elefanti riccamente decorati accompagnati da un grande raduno di danzatori.
L’estate giapponese è punteggiata da centinaia di feste tradizionali, i matsuri, che si svolgono in tutto il paese: dal Gion al Tenjin, dall’Atsuta al Hakata Gion Yamakasa, ogni città ha la sua festa tradizionale. L’itinerario di Kel 12 vi consentirà di assistere al ’Earth Celebration’, famosa per i tamburi “taiko” del gruppo Kodo. Si tratta di uno dei più famosi e dinamici gruppi di percussionisti, celebre per le sue esibizioni di percussioni, flauto, canzoni e danza. Kodo significa “battito del cuore” e, al centro delle loro esibizioni c’è l’o-daiko, un tamburo di legno convesso molto usato nei festival folcloristici giapponesi. Il festival si tiene ogni anno a Sado, dove, per tre giorni, si riuniscono musicisti di tutto il mondo, che rallegrano le serate con una serie di concerti all’aperto e laboratori di danza e musica.
#Ladakh#Folklore#68 Festival Di Cannes#Sri Lanka#Kel 12#Armenia. Perù#Nepal#Borse Estate 2014#Giappone
You might also like
More from Archivio
La proposta di Rimske Terme per i ponti di primavera
I lunghi ponti del 25 aprile e del 1° maggio sono da sempre un’occasione per trascorrere qualche giorno di vacanza …
Trytaly: la vera cucina italiana per i turisti di tutto il mondo
Quante volte vi è capitato di viaggiare all’estero e di rimanere delusi dalla cucina del posto? Troppo spesso, infatti, succede di …
The Party Edit by Pronovias: moderna, attuale, all’avanguardia
Pronovias, il marchio leader mondiale nel settore della sposa di lusso, presenta una nuova linea, Pronovias The Party Edit, disponibile …