Fondazione Roma Museo – Palazzo Cipolla fino 3 aprile 2016 presenta al pubblico romano e non, il movimento CoBrA (1948-1951), la prima grande avanguardia di respiro internazionale del secondo dopoguerra che avviò un percorso artistico incontenibile e rivoluzionario.
La rassegna CoBrA. Una grande avanguardia europea (1948-1951) offre una panoramica completa sulla produzione artistica del gruppo nato a Parigi l’8 novembre 1948 per iniziativa degli artisti Asger Jorn, Karel Appel, Constant, Corneille e degli scrittori Christian Dotremont e Joseph Noiret , a cui appartengono i protagonisti più rivoluzionari e innovativi della scena artistica europea nella vasta area delle tendenze sperimentali nella pittura e nella scultura.
La suggestiva denominazione CoBrA è un acronimo geografico – formato dalle lettere iniziali delle capitali dei paesi di provenienza degli artisti, Copenaghen, Bruxelles, Amsterdam –, e culturale, unendo in un unico segno tre città che “trasudarono” di modernità postbellica. Che poi l’acronimo coincidesse con il nome di un rettile, da cui fu anche rappresentato, diede espressività all’atteggiamento aggressivo e per molti aspetti rivoluzionario del gruppo. La mostra si compone di un’ampia e accurata raccolta di dipinti, sculture, lavori su carta, pubblicazioni, documenti e foto, testimoniando l’attività dei maggiori esponenti del movimento. 150 sono le opere in mostra – sintesi perfetta della libertà, dell’audacia, della forza, della potenza del colore e della spontaneità della forma artistica che caratterizzano la produzione del movimento CoBrA – tra cui i capolavori Begging Children (1948) di Karel Appel, nato dal suo viaggio nelle zone più devastate dalla seconda guerra mondiale, durante il quale fu colpito dalla vista di bambini magrissimi e affamati; Eine Cobra-Gruppe (1964) di Asger Jorn, opera mai esposta in Italia, che riprende il ricorrente tema animale del movimento; Habitants du Désert (1951- 1952) di Corneille, ispirato all’arte primitiva e punto di passaggio alla fase post-CoBrA; Ondes extrêmes (1974-1979) di Pierre Alechinsky e Christian Dotremont, bellissimo esempio di collaborazione tra i due artisti. Attraverso una approfondita analisi storico-critica, la mostra mette in evidenza la straordinaria vocazione europea transnazionale del movimento che, pur vivendo una fase organizzata di pochi anni – esattamente tre, dal 1948 al 1951 – fu capace di sprigionare per decenni una straordinaria energia creativa che rivoluzionò l’arte nella sostanza e nella forma.
La mostra si apre con una sezione di introduzione generale alla dimensione espressiva di CoBrA, che presenta opere di grandi dimensioni di alcuni dei suoi esponenti più rappresentativi: Asger Jorn, con Eine Cobra-Gruppe (1964), che raffigura il ricorrente tema animale (con uccelli, gatti e cani) che troviamo anche in Femme qui a blessé un oiseau avec une feuille morte (1949) di Constant; Carl Henning Pedersen, con Venezia ofrer til havet, (Venezia fa un sacrificio al mare) del 1950, vivace esempio dello stile CoBrA dell’artista, appellato come «Chagall nordico»; Pierre Alechinsky e Christian Dotremont, con Ondes extrêmes (1974-1979), realizzato a quattro mani; Karel Appel con Begging Children (1948), che dietro i colori tetri e la disperazione delle figure stilizzate cela un secondo strato scalfito nella tela, a scandire lo spirito libero e creativo dei bambini; Lucebert con Giant Robber (1962), espressione potente dell’arte del poeta del gruppo CoBrA; Corneille con La Ville (1947), rara testimonianza del periodo iniziale e La grande sinfonia solare (1964), dimostrazione dell’espressività post-CoBrA; K.O. Götz con Stördö 8.11.1957 (1957), opera nata ed esposta alla Biennale di Venezia, splendido esempio dell’evoluzione dell’artista che, dopo l’esperienza CoBrA, diventò uno degli esponenti più importanti dell’informale.
La mostra prosegue mettendo a fuoco per varie sale i membri fondatori del gruppo CoBrA – Corneille, Jorn, Appel, Constant – presentandoli attraverso le loro opere più significative, un compendio di pittura e scultura che rappresenta l’evoluzione del movimento negli anni. I disegni. Alla base della concezione creativa CoBrA c’è la spontaneità immediata del gesto espressivo. In questo senso, più ancora della pittura, è il disegno, nelle sue varie modulazioni, a rappresentare per tutti gli artisti la forma più adatta per registrare, con la massima freschezza e fluidità, le idee visive e l’energia primaria dell’immaginazione. La mostra presenta 23 disegni di vari esponenti, tra cui spiccano le carte nei toni della terra di Corneille, le gouache di Götz, il raro esempio di décollage di Jorn e i fogli che denotano la leggerezza del segno di Lucebert. Le riviste. La pubblicazione cartacea è per CoBrA un aspetto di fondamentale importanza per l’elaborazione delle teorie estetiche e programmatiche; per le pubblicazioni di testi letterari e saggi scientifici; per la documentazione soprattutto iconografica delle ricerche degli artisti e per l’informazione il più allargata possibile dell’attività espositiva e culturale del gruppo. La principale rivista del movimento è «Cobra». Tra le pubblicazioni di maggior rilievo c’è la collana «Bibliothèque Cobra» (1950), piccole monografie (15 in tutto) dedicate a ciascun esponente del movimento, di cui in mostra è esposta la serie completa.
Sulla scia dei surrealisti, ma in modo nuovo e originale, la grande avanguardia europea si appassiona così alle forme primarie dell’arte dei primitivi, alle espressioni creative infantili e degli outsider. Un mondo con esplosive accensioni cromatiche e figurazioni provocatorie, popolato di strane figure, di facce stravolte, di fantastici animali: cani, gatti e uccelli minacciosi. E accanto all’impetuosità del colore, gli artisti CoBrA furono anche capaci di scoprire nuovi materiali e strumenti: vernici acriliche, smalti, stucco, sabbia, fango, lavorati con pennelli anche di grandi dimensioni (un metro), coltelli, spatole, raschietti.
[In foto: Corneille Jour d’Été (Giorno d’estate), 1957. Olio su tela 67 x 90 cm DIE GALERIE Frankfurt am Main © Corneille by SIAE 2015]
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