di Gianluca Ciacci
Mercoledì 22 maggio scorso si avverato un sogno inseguito da tempo: poter visitare la Villa dove abitò il grande ed ineguagliabile Alberto Sordi. Ciò è stato possibile grazie alla Fondazione Museo Alberto Sordi che ha concesso la villa ad AFRON Oncologia per l’Africa Onlus a titolo esclusivo per una serata di beneficenza.
Alberto Sordi amava moltissimo la sua villa romana di Piazzale Numa Pompilio, nei pressi delle Terme di Caracalla, dove abitò dal 1958 (ricordiamo che la “soffiò” ad un non meno noto collega quale Vittorio De Sica che voleva acquistarla) al 2003, anno della morte, ed ora poterci entrare con la dovuta “venerazione” mi ha riportato indietro nel tempo e dentro i suoi film.
L’affascinante casa di Albertone è un immobile di valore inestimabile perché ricchissimo di ricordi, ritratti, dipinti preziosi, gigantografie, premi, onorificenze, pellicole. Uno scrigno di emozioni cinematografiche accumulate dal personaggio che più di tutti ha rappresentato la romanità sul grande schermo.
La villa è un concentrato di ricordi personali della vita di Sordi, la sua collezione di volatili in ceramica, i suoi dischi, i premi, i quadri (i due De Chirico originali che troneggiavano nel suo studio sono stati dati in custodia dalla fondazione Museo Alberto Sordi alla GNAM di Roma per volontà dello stesso attore e di sua sorella Aurelia), le grandi tele trovate nella villa edificata negli anni’30 per il segretario particolare di Mussolini e mai rimosse.
Uno dei più grandi attori italiani di tutti i tempi, un istrione, un genio del set, la maschera più esilarante, ironica, tenera, affilata e beffarda dell’italiano medio. Ma anche un uomo colto, con una grande passione per l’arte. Come ingiusta la fama di avaro (faceva beneficenze miliardarie in silenzio, senza mai sbandierarla ai quattro venti, donando terreni o salvando dal macello decine di cavalli…). Alberto Sordi, ineguagliabile e indimenticato…
La serata si è svolta tra le stanze da lui abitate e da me fotografate per poter avere un ricordo tangibile di questa visita che mi ha portato fino all’affascinante teatro, tanto caro ad Albertone, dove è stato proiettato il celebre film Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa?, interpretato da Sordi insieme a Nino Manfredi, entrambi indimenticabili “mostri sacri” del cinema italiano. Ospiti d’onore della serata sono stati la moglie di Nino Manfredi, Signora Erminia Ferrari e il figlio Luca.
Ammetto senza alcuna esitazione la mia commozione durante la visita e durante la visione del film.
Prima di varcare la soglia, un imponente cavallo bianco rampante, in memoria di Nestore nel film L’ultima corsa del 1994, ci sovrasta. L’atmosfera è magica, entrando sulla destra ci accoglie un busto bianco che lo mostra togato e con la scritta “imperatore del cinema italiano”, mentre sorride e dà il benvenuto a chi varca la soglia. Poi il salone con la sua amata poltrona nell’angolo più lontano accanto ad un camino.
Salendo la scalinata si arriva alla barberia il luogo dove il mitico Alberto passava parte della giornata, tra telefono, divanetto, specchio circondato di luci come nei camerini teatrali. E poi: la camera da letto (naturalmente non fotografabile) dove Sordi, sdraiato, ascoltava i resoconti delle partite di calcio e dove purtroppo ci ha lasciati sicuramente “orfani” della sua classe immensa; la sala da pranzo, con i grandi piatti di onice e di ottone sistemati come se mancasse poco all’arrivo degli ospiti abituali, Federico Fellini, Giulietta Masina, Ettore Scola. Fuori si intravede la piscina, circondata dal prato verde, ma l’emozione arriva con la sala delle proiezioni.
Il teatro lo ha studiato nei minimi particolari, come la volta del soffitto bianca, intarsiata da fregi che rappresentano una bobina di film, mentre fuoriesce dalla custodia andando a ricoprirlo completamente o le statue che rappresentano l’allegoria delle arti. Dalla loggia sopra in un lato si ammira la sala che utilizzava come palestra piena di ricordi dove una immensa libreria, alta fino al soffitto è colma di libri, fotografie di posa, targhe commemorative, due biciclette, la sedia da regista e tanti oggetti di famosi suoi film come gli stivali, il cappello e la paletta nel Il Vigile o la foto di Nando Mericoni mitico protagonista del film Un americano a Roma uno dei suoi personaggi più amati e indimenticabili entrato nel cuore di tutti gli italiani.
In questa serata il cuore e la mente hanno vacillato tra gioia e tristezza, tra passato e presente. Sono caduto in un vortice di piacevoli ricordi e di intensa malinconia: ciò accade a chi ha amato, a chi si è emozionato per qualcuno, o se hai pianto o riso per una persona qual è stata Alberto Sordi, patrimonio di tutti noi.
E tutto questo è stato possibile grazie a Titti Andriani, Presidente AFRON (www.afron.org; www.facebook.com/AFRONOnlus ) che, lo scorso marzo, è stata insignita dal Presidente della Repubblica Mattarella “Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana” per la professionalità e l’umanità con cui lotta contro il cancro nei Paesi africani. Un riconoscimento questo che segue la Golden Jubilee Medal, conferita per l’impegno civile in Uganda dal presidente Yoweri Kaguta Museveni, durante le celebrazioni per il 56° anniversario dell’indipendenza del Paese. Oggi la Onlus può contare su 31 soci oltre ai volontari, tutti attivi, che contribuiscono in maniera concreta a perseguire l’importante finalità dell’associazione: prevenire il cancro in Africa (soprattutto in Uganda e Rwanda) e portare un sostegno reale alle donne e ai bambini colpiti da patologie tumorali. La diagnosi precoce è una delle principali battaglie che da nove anni AFRON Oncologia per l’Africa Onlus cerca di combattere attraverso le campagne di sensibilizzazione muovendosi nella direzione indicata dall’OMS e continuerà la sua battaglia per garantire a questi bambini accesso a servizi di prevenzione e cure oncologiche.