Nella cultura polinesiana i tatuaggi sono stati per lungo tempo, e in parte lo sono ancora, considerati un elemento di bellezza, oltre ad essere spesso un simbolo importante per marcare i passaggi più significativi della vita di una persona.
La parola stessa “tattoo”, da cui anche “tatuaggio”, deriva proprio dal termine tahitiano “tatau”, che rappresenta il gesto di “picchiettare” sulla pelle incidendo dei segni indelebili sulla pelle.
I miti e le leggende sulla nascita del tatuaggio sono molteplici, ma si rifanno tutti ad un dono fatto agli uomini da parte degli dei. Per questo motivo il tatuaggio è investito di un’aura di sacralità e della credenza che esso porti con sé poteri soprannaturali. Si pensava, ad esempio, che alcuni specifici disegni proteggessero l’uomo ed evitassero che perdesse il proprio Mana, l’essenza divina responsabile della sua salute, equilibrio e fertilità.
I tatuaggi, essendo indelebili, andavano oltre la vita terrena e avrebbero portato testimonianza dell’origine della persona anche nell’aldilà.
Nonostante quella del tatuaggio sia una tradizione ampiamente diffusa in tutte Le Isole di Tahiti, l’arcipelago che ha maggiormente fatto propria l’arte di decorare l’intero corpo con disegni geometrici anche molto ricchi e complessi è quello delle isole Marchesi, l’unico a prevedere anche la decorazione del viso.
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[foto © Tahiti Tourisme]
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