Inaugurato recentemente a Firenze il nuovo Museo dell’Opera del Duomo che conserva la maggiore collezione al mondo di scultura del Medioevo e del Rinascimento fiorentino.
750 opere tra statue e rilievi in marmo, bronzo e argento, tra cui capolavori dei maggiori artisti del tempo: Michelangelo, Donatello, Arnolfo di Cambio, Lorenzo Ghiberti, Andrea Pisano, Antonio del Pollaiolo, Luca della Robbia Andrea del Verrocchio e molti altri ancora.
Oltre 200 opere visibili per la prima volta al pubblico dopo il restauro, tra queste la Maddalena di Donatello, la Porta Nord di Lorenzo Ghiberti per il Battistero di Firenze e i ventisette pannelli ricamati in oro e sete policrome su disegno di Antonio del Pollaiolo.
Un colossale modello a grandezza naturale dell’antica facciata del Duomo progettata da Arnolfo di Cambio, distrutta nel 1587 e anche molte opere mai viste prima o conservate nei depositi per decenni, come le quindici statue trecentesche e quasi settanta frammenti della facciata medievale del Duomo. Lo storico Museo dell’Opera del Duomo presentava uno spazio insufficiente per ospitare la vasta collezione, di cui buona parte costituita da opere monumentali. Per questo nel 1997 l’Opera di Santa Maria del Fiore ha acquistato un grande fabbricato attiguo al museo. Dall’unione dei due edifici è nato il nuovo Museo dell’Opera del Duomo che dispone di 25 sale su tre piani, alcune delle quali di enormi dimensioni. Il nuovo e spettacolare allestimento del museo è oggi finalmente in grado di valorizzare capolavori unici al mondo come la Pietà di Michelangelo, la Maddalena e i Profeti di Donatello, le Cantorie di Luca della Robbia e Donatello, le leggendarie Porta del Paradiso e la Porta Nord di Lorenzo Ghiberti del Battistero di Firenze. Al centro del museo la spettacolare Sala dell’Antica facciata, dove su un lato è stato realizzato un colossale modello (in resina e polvere di marmo) in scala 1:1 dell’antica facciata del Duomo di Firenze realizzata da Arnolfo di Cambio a partire dal 1296, mai finita e distrutta nel 1587. Davanti a questa titanica quinta, ricostruita sulla base di un disegno cinquecentesco, sono collocate 40 statue del 1300/1400 originariamente realizzate per la facciata da artisti quali Arnolfo di Cambio, Donatello e Nanni di Banco. Sul lato opposto della sala, la Porta del Paradiso (1425-52) chiamata così da Michelangelo “che tornerà a occupare una posizione frontale rispetto all’antica facciata del Duomo, ricostruendo un rapporto visivo e iconografico perso oltre 400 anni or sono”. Al suo fianco la celebre Porta Nord del Battistero di Firenze, e la Porta Sud di Andrea Pisano, che è stata restaurata dall’Opificio delle Pietre Dure con dei risultati eccezionali: sotto lo sporco e le incrostazioni superficiali è riemersa la splendida doratura originale, ancora presente dopo sei secoli, nei rilievi scultorei delle 28 formelle, nelle testine di Profeti e Sibille e nel bellissimo fregio a motivi vegetali brulicante di piccoli animali. Accanto alla sala dell’Antica Facciata, le sale che ospitano le opere di maggiore impatto spirituale della raccolta: la Maddalena penitente di Donatello e la Pietà di Michelangelo (1547-1555). Quest’ultima è una delle opere più misteriose del grande artista: forse destinata al suo monumento funebre, Michelangelo in preda allo sconforto tentò di distruggerla a martellate. La Maddalena (1453-55), capolavoro del primo Rinascimento fiorentino, rappresenta una donna anziana divorata dagli anni e dalle penitenze, così esile da reggersi appena sui piedi. Allo stesso momento la figura sprigiona una grande forza interiore nello sguardo pieno di tenerezza e devozione e nelle mani che stanno per giungersi in preghiera. Al piano superiore la Galleria del Campanile di Giotto, lunga 36 metri, con le 16 statue a grandezza naturale – tra cui gli straordinari profeti di Donatello Abacuc, Geremia, il Profeta Imberbe e Il Sacrificio di Isacco – e le 54 formelle che adornavano il campanile. Questa sala, come quella al piano superiore delle stesse dimensioni, presenta delle aperture da cui si vede l’imponente modello della facciata arnolfiana del Duomo. Un museo nel museo è la Galleria della Cupola del Brunelleschi (1418-1436), sempre al primo piano, con i modelli lignei del Quattrocento, tra cui quello attribuito allo stesso Brunelleschi, materiali e attrezzi dell’epoca utilizzati per la costruzione della Cupola e la maschera funebre del grande architetto. Pochi passi e si entra nella Galleria delle Cantorie di Donatello e Luca della Robbia con i due grandi pergami realizzati tra il 1431 e il 1439 per il Duomo; accanto una sala ottagonale con i 25 rilievi dal coro cinquecentesco realizzato da Baccio Bandinelli e la sala dell’Altare d’argento dove sono esposte le opere che facevano parte del “Tesoro del Battistero”. Al secondo piano del museo, un’altra galleria, ospita opere del tardo Cinque e primo Seicento relative agli sforzi dei Medici per “modernizzare” la Cattedrale. Alla fine della galleria una piccola stanza da cui si gode una vista mozzafiato sulla Cupola del Brunelleschi. Stessa cosa al terzo piano, dalla terrazza panoramica all’aperto, tra i tetti di Firenze. Un museo “nuovo” in tutti i sensi e per tutti i sensi: da vedere non una volta sola ma ancora e ancora e ancora…È un museo che si distingue dagli altri per il suo essere poco “museo” (come fino ad ora siamo stati abituati a vedere); è soprattutto uno spazio “riempito” da opere uniche e di inarrivabile bellezza, da godere con passione e curiosità attraverso le nostre personali sensazioni, da esperti d’arte o da semplici visitatori, amanti del Bello.
[in foto: La sala della Maddalena di Donatello]
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